Giovedì 21 novembre 2024, si è tenuta una conversazione con l’Ing. Marco Bronzini, Consigliere del Comune di Bari e Componente del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione su: ”Quale edilizia scolastica per le esigenze dell’attuale offerta formativa”.
Anche se gli argomenti legati al mondo della scuola sembrano, a prima vista, più rilevanti per un pubblico con figli in età scolare, le implicazioni e i dibattiti attorno a questi temi possono certamente coinvolgere e stimolare le persone di tutte le età e la conversazione con l’Ing. Bronzini ha efficacemente raggiunto questo scopo.
Gradevolissino e fluente nell’esporre le numerose e diversissime problematiche legate all’edilizia scolastica, che spesso è sulle prime pagine di giornale, l’Ing. Bronzini ha spaziato dalla discussione di come le metodologie didattiche siano cambiate nel corso degli anni, all’impatto della tecnologia sull’istruzione stessa, all’inclusione e all’importanza della diversità che ormai sono entrate in tutte le istituzione e più che mai nella scuola, fino alla denatalità pesante che caratterizza il nostro paese negli ultimi anni.
Raccontandoci numerosi esempi del suo “fare quotidiano” che affronta difficoltà di ogni genere ha sottolineato la mancanza di un sistema che governi in modo generale il mondo della scuola. Dalle misure dei banchi per i bimbi degli asili, che si comprende siano ben differenti da quelle di elementari, medie e superiori, alle connessioni internet che ora sono irrinunciabili, agli interventi sull’edilizia scolastica, che sono sia di conservazione dell’esistente sia di programmazione di edifici nuovi, rispettando normative in continua modifica/evoluzione.
In tutto questo scenario i corposi fondi stanziati dal PNRR impongono la conclusione delle opere e la loro rendicontazione entro fine 2025, che non è affatto una data lontanissima.
“Io voglio andare a scuola” trasmette desiderio e motivazione personale, mentre “Io devo andare a scuola” implica un senso di obbligo. Da parte di chi opera nel mondo della scuola, questo cambiamento di mentalità favorirebbe un approccio più positivo all’istruzione, incoraggiando i ragazzi a vedere la scuola come un’opportunità di crescita e scoperta personale, piuttosto che come un’imposizione.