Giovedì 2 maggio 2024 presso il Rotary Club Bari Ovest sono intervenuti sul tema “Guerra impossibile, pace inevitabile (nell’era atomica)” il Prof. Francesco Bellino, già Presidente del club nell’anno 2017/18, e il Prof. Raffaele Coppola, socio del club.
“Parlare di pace con due guerre in corso è un po’ come l’aria, ci si accorge che sia necessaria quando manca”: con questa affermazione ha esordito il primo relatore, efficacemente sottolineando l’importanza di cercare costantemente la pace anche nelle situazioni più difficili e di non dare mai per scontato il valore di essa, che deve essere un impegno continuo da perseguire con costanza.
Invece sembrano imperare universalmente due teorie per il raggiungimento della pace: quella dei sostenitori della “guerra giusta” e quella che si rifà al detto latino “SI VIS PACEM PARA BELLUM”. Quindi secondo queste due teorie sono “solo” la forza o “solo” la deterrenza a giocare un ruolo cruciale nel mantenimento della pace.
Continua il prof. Bellino: “l’uomo non è solo dimensione belluina, ma anche intelletto, anzi soprattutto intelletto”, ribadendo che non siamo animali guidati dall’istinto, ma individui dotati di capacità razionali e cognitive, l’uomo come essere pensante e riflessivo, in grado di superare i suoi istinti animali. In questo senso, l’intelletto è la caratteristica distintiva che ci rende donne ed uomini e ci permette di sviluppare la nostra empatia per la comprensione e per la consapevolezza di ciò che ci circonda.
Il Presidente Prof. Carmine Clemente ha poi passato la parola al co-relatore Prof. Raffaele Coppola, che ha richiamato la figura di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, dichiarato “venerabile” dalla Chiesa Cattolica, primo passo verso la beatificazione e la successiva santificazione. La Pira affermava “inevitabile la pace” in un’era caratterizzata dagli armamenti nucleari. La sua visione di un mondo senza guerre e violenze ricorda a tutti che la pace è possibile, anche nell’era atomica, se solo riusciamo a superare le divisioni e a lavorare insieme per un futuro migliore. Per questo La Pira nel 1958 ideò i “SENTIERI MEDITERRANEI DELLA PACE”, un progetto che promuove il dialogo e la cooperazione tra i paesi mediterranei per prevenire i conflitti.
Il prof. Coppola ha ricordato anche le tre figure fondamentali (Kennedy, Krusciov e Papa Giovanni XXIII) che, nel crinale apocalittico culminante nella crisi di Cuba, seppero allontanare l’evento nucleare. Come pure nel 1963 con l’enciclica PACEM IN TERRIS Papa Giovanni XXIII affrontò temi come la pace, i diritti umani e la cooperazione internazionale, ribadendo la responsabilità individuale e la partecipazione attiva di tutti nella costruzione di una società pacifica.
Giovedì 29 febbraio 2024, presso la riunione del Rotary Club Bari Ovest, è intervenuto Padre Giovanni Distante, Rettore della Basilica Pontificia San Nicola, sul tema “La traslazione delle reliquie di San Nicola nel 1087: evento che cambiò la storia della città di Bari”.
“9 maggio 1087: la storia quando si ripete non mente”, con queste parole ha esordito Padre Giovanni e la conversazione che ne è seguita ha portato a ripercorrere tutte le straordinarie tappe della storia della città di Bari, che, nel corso degli oltre dieci secoli da quel 9 maggio, si è data ad una triplice vocazione: ecumenica, europea, mediterranea, diventando una tappa obbligatoria per i pellegrinaggi da tutta l’Europa e dal Vicino Oriente. Questo ha conferito a Bari un respiro mediterraneo indiscusso, favorito dal suo carattere di città marinara prossima all’Oriente.
Padre Giovanni ha ricordato che il culto di San Nicola in Medio Oriente si diffuse ben prima di quello dell’Islam e il colpo di mano messo in atto dai 62 marinai che salparono per la Turchia raggiunse un duplice scopo: le reliquie sarebbero state salvate dalle incursioni turche, vista l’inarrestabile avanzata musulmana in Asia Minore, e avrebbero dato prestigio alla città, battendo sul tempo i Veneziani, animati dalla stessa intenzione. I Baresi ben conoscono le rocambolesche vicende delle traslazione.
Il focus della conversazione tenuta da Padre Giovanni è stato invece sull’impegno ecumenico, assunto dalla città nel corso dei secoli, per promuovere l’unità dei Cristiani. Impegno che si è coronato dell’estate del 2018, quando per la prima volta dopo lo scisma del 1054, le chiese d’Oriente e d’Occidente si unirono nella preghiera sulle spoglie del Santo in Basilica. «Siamo giunti pellegrini a Bari finestra spalancata sul vicino Oriente portando nel cuore le nostre Chiese…abbiamo acceso, davanti a San Nicola, la “lampada uniflamma”, simbolo della Chiesa una. Insieme desideriamo accendere oggi una fiamma di speranza» queste le parole di Papa Francesco, che è stato l’unico papa presente due volte a Bari dopo Papa Urbano II.
Bari per la Chiesa russo-ortodossa è città santa, tanto che nel 1095 fu istituita dalla Chiesa russa di Kiev la festa della traslazione: in questi tempi di guerra che ci vedono prossimi alle nazioni belligeranti è più che mai necessario il senso di unità della Chiesa, che potrebbe ricoprire un ruolo significativo nei processi di mediazione per la pace.
In esordio di questa serata nella sala del Portico dei Pellegrini, recentemente restaurata perché sia fruibile per manifestazioni culturali e religiose, la Maestra Angela Montemurro, socia del Rotary Club Bari Ovest, con l’EurOrchestra diretta dal Maestro Francesco Lentini (solisti vocali Angela Cuoccio, Gianni Leccese, Antonio Stragapede, declamazione poetica di Leo Lestingi su testi della tradizione barese) ha reso omaggio al Santo con la sua composizione “Inno a San Nicola”.
E come nei canti popolari “Sanda Necòle va pe màre” che in ogni parte del mondo vegli su di noi e su tutti, senza confini e senza guerre, nell’universalità del suo linguaggio.
Giovedì 18 gennaio 2025 presso la riunione del Rotary Club Bari Ovest, è intervenuto il Prefetto a r. Carlo Schilardi, Presidente on. di Sezione del Consiglio di Stato sul tema “Il lungo cammino della Donna nella conquista della parità di genere”.
Nell’esordio della serata il Prefetto in carica Francesco Russo e la Presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Bari Silvia Russo Frattasi hanno salutato il nostro ospite e la platea, che per l’argomento della relazione è stata particolarmente partecipata da soci e da numerosi ospiti.
Dopo la lettura del più che corposo curriculum del dott. Schilardi da parte del Presidente del Rotary Club Bari Ovest Prof. Carmine Clemente, il relatore ha esposto in maniera analitica i passi legislativi intrapresi in seguito alle mutate condizioni sociali ed economiche della figura femminile in Italia a partire dai primi anni del Novecento, anni che hanno vissuto la catastrofe della Prima Guerra Mondiale .
1919: abrogazione dell’autorizzazione maritale che costituì un’importantissima innovazione nel quadro sociale dell’Italia del primo Novecento, introducendo il percorso verso la parità tra i sessi. In base a questa norma, infatti, la donna era teoricamente abilitata «a pari titolo degli uomini» all’esercizio di tutte le professioni ed a coprire tutti gli impieghi pubblici, restando comunque esclusa dagli impieghi giurisdizionali o dall’esercizio di diritti e di potestà politiche, o che attengono alla difesa militare dello Stato.
1946: voto alle donne
Anni ’50: prime leggi alle lavoratrici madri, la donna incinta non si può licenziare
Fino agli anni ’60 tutto resta immobile nonostante la Costituzione dia uguaglianza a tutti i cittadini, ma Rosanna Oliva proprio in quegli anni vince il ricorso presso la Corte Costituzionale, dopo il rifiuto, in quanto donna, del Ministero dell’interno di ammetterla al concorso per la carriera prefettizia. La sentenza della Consulta a suo favore fu una decisione storica, in quanto aprì i concorsi pubblici anche alle donne. Si dovette, però, aspettare fino al 1963 perché fosse indetto il primo concorso aperto anche alle donne e 8 di queste diventarono magistrati.
1968: abolizione del reato di adulterio che colpiva solo la donna
1970: introduzione del divorzio nell’ordinamento giuridico italiano
1975: la moglie acquisisce la legittima nella eredità
1981: aboliti il delitto d’onore e il matrimonio riparatore
1996: norme contro la violenza sessuale, si afferma il principio per cui lo stupro è un crimine contro la persona e non contro la morale pubblica (la donna non è un oggetto bensì un soggetto)
1999: accesso al servizio militare a pieno titolo per le donne
2016: legge Cirinnà, si è potuto dire in modo ufficiale che la famiglia non è fondata in modo esclusivo sul matrimonio, ma su una comunione di vita materiale e spirituale
Il Rotary Club Bari Ovest, come attività di servizio alla comunità, ha inteso supportare la comunità di Sant’Egidio per la preparazione e l’allestimento del pranzo di Natale per i nostri amici bisognosi in una grande sala messa a disposizione dal Villaggio del Fanciullo.
Giovedì 30 novembre 2023 il responsabile su Bari della Comunità di Sant’Egidio, Prof. Giuseppe Gabrielli, ha illustrato quanto ogni anno viene svolto in occasione del Natale, che non consiste solo nel pranzo del 25 dicembre, ma anche nel dare aiuto a famiglie in difficoltà: famiglie che, soprattutto in occasione di queste feste, soffrono per il divario economico e sociale.
La Comunità di Sant’Egidio non solo vuole donare un pasto caldo, che dia conforto e celebri il Natale, ma anche vuole donare il senso della famiglia che si riunisce attorno al tavolo per sorridere, per scambiarsi auguri e doni.
Tutto questo per chi la famiglia non ce l’ha, per chi ha scelto di vivere per strada o per chi ha dovuto farlo, per chi con bimbi piccoli non può permettersi di acquistare giocattoli.
Per cui nei giorni precedenti insieme agli altri volontari ho confezionato i pacchi dono contenenti generi di prima necessità, ma anche vestiario e giocattoli ed ogni pacco ha avuto il suo bel cartellino con il nome del destinatario, perché in famiglia ci si chiama per nome e per i volontari, che ogni anno e per 365 giorni “e notti” portano assistenza, ogni volto che tende la mano ha un nome.
La mattina di Natale alle 10:00 a tutti noi volontari è stato assegnato un compito a cui ognuno si è scrupolosamente attenuto: 158 persone sedute a pranzo più 60 volontari a servire le varie portate imponevano ordine e scansione dei tempi ben precisi, così tutto si è svolto come previsto.
Ci ha fatto visita il Sindaco per lo scambio degli auguri, mentre il nostro Arcivescovo, Monsignor Giuseppe Satriano, ha pranzato con gli ospiti, alternandosi ai vari tavoli.
Panettone e bicchiere di spumante e Babbo Natale che ha consegnato i pacchi dono, ogni pacco col nome del destinatario, a concludere il pranzo e noi volontari, dopo aver accompagnato gli ospiti, abbiamo liberato e pulito la grande sala, avendo imparato ormai i nomi di noi tutti.
Pranzo di Natale 2023 per le famiglie bisognose, Rotary Club Bari Ovest partecipa con la comunità di Sant’Egidio
Il Rotary è impegnato per l’eradicazione della polio da oltre 35 anni. Il nostro obiettivo di liberare il mondo da questa malattia è più vicino che mai. Come partner fondatore della Global Polio Eradication Initiative, abbiamo ridotto del 99,9 percento i casi di polio dal nostro primo progetto di vaccinazione dei bambini nelle Filippine nel 1979. I soci del Rotary hanno contribuito con oltre 2,1 miliardi di dollari e innumerevoli ore di volontariato per proteggere circa 3 miliardi di bambini in 122 Paesi da questa malattia paralizzante. Gli sforzi di advocacy del Rotary hanno avuto un ruolo nelle decisioni dei governi di contribuire oltre 10 miliardi di dollari. Oggi, la polio rimane endemica solo in Afghanistan e Pakistan. Ma è essenziale continuare a lavorare per mantenere liberi dalla polio gli altri Paesi. Se oggi dovessimo interrompere tutti gli sforzi di eradicazione, entro 10 anni la polio potrebbe paralizzare fino a 200.000 bambini ogni anno
Il 24 ottobre 2023 il Rotary Club Bari Ovest è sceso in piazza insieme ai Rotary Club metropolitani Bari, Bari Sud, Bari Castello e Bari Mediterraneo per raccontare alla città di Bari gli sforzi del Rotary International per l’eradicazione della Poliomielite dal mondo. Un grande successo del Rotary International che necessita ancora di uno sforzo e della collaborazione di tutti.
Sul sagrato della Chiesa di San Ferdinando in Via Sparano si sono esibiti due gruppi giovanili:
con l’Inno di Mameli la “Piccola Banda Rotary Bari Ovest- Odegitria- San Nicola del Borgo Antico” composta da alunni delle Scuole Corridoni e San Nicola, Plesso Umberto I -San Nicola
con brani di Piazzolla e Rota il ”Sax Young Quartet”, composto da Davide Solfrizzi (Sax alto), Francesco Capozzi (Sax tenore), Gabriele De Lucia (Sax baritono) e Tommaso Florio (Sax soprano), frequentanti la Classe di Sassofono del Liceo Musicale Cirillo, docente il Maestro Tommaso Florio
La Piccola Banda è nata nell’ambito dei Corsi Gratuiti di Alfabetizzazione e Apprendimento musicale dei ragazzi di Bari Vecchia, istituiti dal Rotary Club Bari Ovest anche con il contributo della Fondazione Casa della Cultura Rotariana. I corsi, coordinati dai Maestri Angela Montemurro e Francesco Lentini, sono stati affidati ai docenti M° Domenico Morea per il Clarinetto, M° Domenico Giannone per la Tromba, M° Serena Salerno per il Flauto e l’Ottavino, M° Antonio Cirillo per la Chitarra, M° Alessandro Maniglio per le Percussioni.
A conclusione della serata si è esibita anche l’orchestra giovanile MusicaInGioco diretta dal Maestro Andrea Gargiulo. MusicaInGioco è un’associazione pugliese di promozione sociale ispirata a “El Sistema” fondato in Venezuela da A.J. Abreu, che si rivolge a coinvolgere ragazze e ragazzi con situazione di disagio e/o a rischio di abbandono scolastico. Lo studio della musica, la sua pratica e la disciplina permette ai giovani musicisti di intraprendere la strada per il riscatto sociale e intellettuale.
Chiunque, socio rotariano e non, può contribuire alla raccolta fondi per continuare la campagna mondiale di vaccinazione:
Giovedì 26 ottobre 2023 è intervenuto il Prof. Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Alla riunione, promossa dal Rotary Club Bari Ovest, hanno partecipato in interclub i Rotary Club Metropolitani Bari, Bari Sud, Bari Castello e Bari Mediterraneo.
The Stern Review è uno studio fondamentale pubblicato da Sir Nicholas Stern il 30 ottobre 2006 e che così si concludeva: “Questa revisione ha valutato un’ampia gamma di prove sugli impatti del cambiamento climatico e sui costi economici, e ha utilizzato una serie di tecniche diverse per valutare costi e rischi. Da tutte queste prospettive, le prove raccolte dalla Review portano ad una conclusione semplice: i benefici di un’azione forte e tempestiva superano di gran lunga i costi economici del non agire”.
Su questo esordio il Prof. Giovannini, economista, statistico e Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel governo Draghi nel biennio 2021-22 ha impostato la sua relazione con ampi esempi di cosa sia stato realizzato o impostato durante quel governo.
Attualmente il Prof. Giovannini è il Direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), nata nel 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
L’ASviS è una rete di oltre 300 soggetti impegnati per l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ed essa si pone come obiettivi:
favorire lo sviluppo di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli, orientando in tal senso gli stili di vita, i sistemi di convivenza civile e i modelli di produzione e di consumo;
analizzare le implicazioni e le opportunità per l’Italia legate all’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile;
contribuire alla definizione di strategie nazionali e territoriali per il conseguimento degli SDGs (Sustainable Development Goals) e alla realizzazione di un sistema di monitoraggio dei progressi a livello nazionale e territoriale verso gli SDGs.
Gli Aderenti sono organizzazioni senza scopo di lucro provenienti dalla società civile, che condividono la missione dell’Associazione ed appartengono alle seguenti categorie:
associazioni rappresentative delle parti sociali;
reti di associazioni;
enti di diritto pubblico;
associazioni di enti pubblici territoriali;
università, enti e centri di ricerca pubblici e privati, e le relative reti;
associazioni di soggetti attivi nei mondi della cultura e dell’informazione;
fondazioni e reti di fondazioni;
soggetti italiani di tipo associativo, anche appartenenti ad associazioni o a reti internazionali, attivi sui temi dello sviluppo sostenibile.
Il Prof. Giovannini, gradevolissimo e fluente, ha presentato il suo libro “I MINISTRI TECNICI NON ESISTONO” riportando la domanda che gli venne rivolta da una ragazza nel 2022 a Genova, alla cerimonia di commemorazione del drammatico crollo del Ponte Morandi: “Ma cosa fa un ministro?”. Una domanda che stimola innumerevoli altri interrogativi, ai quali il Prof. Giovannini risponde sulla base dei due anni di esperienza da ministro tecnico nel governo Draghi e racconta come si fa a fare tutto questo nella pratica, quasi un ‘manuale’ per capire in cosa consista la difficile arte della politica.
Giovedì 12 ottobre 2023 è intervenuto come relatore il Presidente del Tribunale di Bari, dott. Alfonso Pappalardo, alla riunione promossa dal Rotary Club Bari Ovest in collaborazione con il Rotaract Club Bari.
Il Presidente Prof. Carmine Clemente ha sottolineato che il tema della serata ben si coniugasse con il tema rotariano del mese di ottobre: lo sviluppo economico e comunitario.
L’amministrazione della giustizia è un settore chiave nello sviluppo sia economico sia sociale di una nazione. Il Presidente del Tribunale di Bari ha rapportato la situazione odierna a quella degli ultimi 50 anni, sottolineandone i sostanziali cambiamenti.
L’esposizione del dott. Pappalardo è stata molto chiara e colloquiale, sapendo trasmettere efficacemente i punti di debolezza del nostro attuale sistema giudiziario, il più delle volte soccombente al legislatore che attua provvedimenti “di pancia” (cit.) sulla scia delle emozioni del momento, invece di comprendere il forte cambiamento della società italiana, i cui politici non sono in grado di dare una risposta al cambio generazionale.
Ad esempio negli ultimi anni è esploso il diritto di famiglia per l’aumento esponenziale delle separazioni e dei divorzi, come pure con il fortissimo impatto dell’immigrazione i contenziosi in questo settore sono decuplicati, gli studi legali cambiano con la tendenza ad assimilarsi a quanto avviene nei paesi anglosassoni e quindi la formazione degli avvocati dovrebbe seguire il passo dei tempi.
Quella del Presidente dott. Pappalardo è stata una visione ampia, così come ci si aspettava sia da un addetto ai lavori da vari decenni sia per l’importanza del ruolo che attualmente riveste e la conclusione della serata ha visto la vivace partecipazione soprattutto dei soci avvocati nel dibattito che ne è seguito.
Si riporta di seguito l’intervento del dott. Giovanni Buquicchio, Istruttore del Rotary Club Bari Ovest.
Un Presidente internazionale, qualche anno fa, ben disse che “il Rotary non è un social club in cui fare incontri piacevoli, e non è nemmeno una delle tante organizzazioni di beneficenza. Il Rotary è uno stile di vita, un modo di pensare e una condizione dello spirito. È una voce antica in un secolo nuovo che sprona i rotariani, ovunque essi siano, a mettere in pratica i nostri principi di sempre e trasformare il mondo secondo una visione più equa, più dolce, più compassionevole e più umana”.
In questa prospettiva non mi soffermerò sullo scopo e sulla missione del Rotary (coincidenti principalmente nel servire gli altri), che penso siano noti a tutti noi, ma andrò più subito ai suoi valori fondamentali, che sono servizio, amicizia, diversità, integrità e leadership; e approfondirò in particolare il valore dell’integrità, il quale è collegato alla prova delle quattro domande.
Con integrità onoriamo i nostri impegni e agiamo in base a standard etici; e l’eticismo (argomento di una vastità enciclopedica) è il presupposto della prova delle quattro domande, concepita negli anni trenta del secolo scorso dal rotariano Herbert J. Taylor. Ciò che penso, dico o faccio: 1) risponderà a verità? 2) è giusto per tutti gli interessati? 3) promuoverà buona volontà e migliori rapporti di amicizia? 4) sarà vantaggioso per tutti gli interessati?
Intriga sapere che Taylor era socio del club di Chicago quando nel 1932 venne chiamato a salvare dal fallimento la Aluminium company, presso cui lavorava. All’ uopo occorreva renderla competitiva rispetto alle altre società del settore, che avevano gli stessi requisiti e mezzi finanziari superiori: per cui vi era la necessità di introdurre nella organizzazione della azienda qualcosa che la concorrenza non aveva. Taylor utilizzò il suo bagaglio rotariano per attenzionare la selezione del personale e aiutare tutti i dipendenti della società a essere nel giusto, propugnando un codice deontologico non troppo lungo (solo 24 parole) e facile da memorizzare, un codice che non dava risposte ma poneva domande, e che quindi non doveva dire alle persone cosa dovevano fare, ma interrogarli se ciò che facevano era giusto o sbagliato.
“The 4-way test” (prova delle quattro domande) doveva essere ispirato a valori di verità e giustizia, coincidenti con quelli rotariani di amicizia e solidarietà, e la sua applicazione in tutti i rapporti di affari (con dipendenti, clienti e fornitori) cambiò la politica aziendale verso i competitori, e pure le relazioni di amicizia tra i componenti dell’azienda; e così dopo non molto tempo essa migliorò anche economicamente, e ridiventò florida e prospera.
Si noti che il test non dà risposte, ma pone domande alle quali ciascuno di noi deve rispondere; e le risposte che ognuno dà consentono di migliorarsi continuamente come amici, e anche come cittadini se applichiamo il test non solo nelle relazioni professionali e imprenditoriali, ma pure in quelle familiari e sociali nella comunità in cui viviamo. Taylor sviluppò così la prova come un codice generale, da osservare in tutte le relazioni; ed ebbe tanto successo che il R.I. adottò ufficialmente nel 1943 il codice etico denominato “The 4-way test”.
Ancor prima peraltro era stato sancito altro motto fondamentale del servizio rotariano,” He profit most who serves best” (chi serve meglio profitta di più), che significa che “fa più profitti dai suoi affari chi serve meglio il suo prossimo”: da cui nacque il principio etico del “Service above self” (servire al di sopra del proprio interesse personale). Questi valori determinarono uno scopo etico che mutò il Rotary da associazione di affari al rango di associazione di servizio, e lo elevò al rango morale che oggi lo vede al vertice dell’impegno umanitario.
L’ imperativo “Service above self” è valore cardine del Rotary sin dalla Convention di St. Luis del 1926, ed è frutto di una intuizione di Paul Harrys improntata alla necessità di servire la società impostando la propria attività ad un’etica rivoluzionaria per quei tempi del primo novecento in America, in cui tutto era finalizzato ad ottenere il massimo profitto ed a raggiungere esclusivamente l’interesse personale. Il “service above self” è diventato oggi il motto principale del R.I., ed indica ai rotariani di improntare la propria attività ad un’etica che non privilegi l’interesse personale, ma sia orientata a servire la società.
La filosofia del servizio è espressa successivamente anche nel codice deontologico denominato “Dichiarazione degli operatori economici e dei professionisti del Rotary”, approvata dal Consiglio di legislazione nel 1989.
Altro momento storico del R.I. è stato quando nel giugno 2021 il Consiglio centrale ha adottato il Codice di condotta (deontologico) D.E.I., acronimo di Diversità, Equità e Inclusione: documento fondativo di una cultura che riconosca le diversità e tenda, nell’ equità, ad includerle.
Si tratta di un manuale che contiene la traduzione pratica di principi enunciati nell’ impegno D.E.I. e propone le istruzioni oggettive per seminare e far sviluppare tale cultura con l’esempio. Giacché si può educare con le parole, si può esser più incisivi con quanto si fa, ma è soprattutto dando l’esempio che si sarà efficaci.
Quanto al contenuto, il codice D.E.I., oltre a ribadire i valori che connotano l’essere rotariani, tratta di indicazioni comportamentali concrete: l’uso di un linguaggio rispettoso, l’essere di supporto, il promuovere un ambiente accogliente e inclusivo, il celebrare le diversità, i riferimenti per segnalare il mancato rispetto delle norme di comportamento.
Il programma D.E.I. ci ricorda che noi rotariani dobbiamo comprendere e accogliere le differenze, fornire opportunità eque di successo, e accettare l’altro così com’è. Ciò significa impegnarsi a promuovere valori inclusivi e di solidarietà, un agire etico, e al tempo stesso un fattore di crescita e sviluppo della collettività; con il compito di intervenire positivamente su mancanze e deficienze sociali, per andare incontro ai bisogni dei più disagiati e, più in generale, per far del bene agli altri.
Tornando ai più risalenti principi etici rotariani, affermanti la compatibilità tra gli affari e l’etica, ad un profano potrebbe riuscire di difficile comprensione l’anzidetto motto che fa più profitto dai suoi affari chi serve meglio il suo prossimo, e che, insieme alla prova delle 4 domande, invita all’ uopo a servire perseguendo il vero e il giusto. Si pone pertanto il problema di quali siano i vantaggi dell’operare eticamente nei propri affari, servendo gli altri e non seguendo esclusivamente il proprio profitto, secondo il naturale egoismo individuale. E vi è una corrente di pensiero per la quale l’etica non avrebbe spazio nell’ ambito economico.
Ma oggi in Italia (e nel mondo) si va affermando l’idea della responsabilità sociale dell’impresa (R.S.I.), che implica inevitabilmente il profilo etico dell’impresa, giacché si pone il problema se il profitto debba essere un fine esclusivo dell’impresa nel sistema di libero mercato, oppure se esso possa essere limitato da finalità sociali ed etiche. Nel concreto, il mondo occidentale si sta aprendo sempre di più ad una visione etica della gestione d’ impresa, intesa a contemperare la sfera dell’economico con quella legata al rispetto della persona umana, che dell’economia è destinataria e protagonista: come asseverato pure dall’ Enciclica “Caritas in veritate” di Papa Benedetto XVI, il quale ha valorizzato il crisma dell’imprenditorialità misurandola sul piano umano prima che su quello professionale.
In questa prospettiva le nostre aziende sono sempre più attente alla necessità di contemperare le esigenze del profitto con quelle della responsabilità sociale, anche nell’ interesse di uno sviluppo degli affari durevole nel tempo. Necessità tanto più pregnante quando si tratta di imprese che operano in ambito pubblico, o che si giovano di contributi pubblici, che hanno ancor più il dovere di perseguire scelte operative attente ai profili di sostenibilità sociale.
Il nostro modello economico presenta oggi un importante elemento evolutivo, e cioè la cd. Rivoluzione ESG, sigla di envinonmental (ambiente rispettato), social (sociale responsabile), e governance (buona governance), che si pone sullo stesso piano del profitto cogente. Si tratta di un nuovo modello di sviluppo che si va affermando secondo il criterio che” etica uguale fattore di business”, e quindi di una nuova economia di sostenibilità, basata su libero mercato e strategie ESG, che tende a abbinare competitività ed equità. È in atto una trasformazione socio-economica: istituzioni, grandi aziende, finanza, investitori hanno compreso che non si tratta di una nuova etica soltanto teorica, ma di una grande opportunità di crescita economica, con apertura di nuovi mercati, segmenti di consumo, posti di lavoro, soluzioni finanziarie e di investimento.
Si sta così realizzando la visione di Paul Harris nel secolo scorso, quando affermò che etica e affari devono coesistere, sancendo l’importanza della prima in ogni attività economica funzionale al contrasto alla concorrenza sleale ed alla corruzione; aggiungendo la novità che una corretta condotta è pure remunerativa, in quanto “chi serve meglio ricava maggiore utilità”.
Infatti, le imprese che rispettano i criteri di sostenibilità vanno meglio, creano più lavoro, piacciono di più ai loro clienti e si presentano meno rischiose, e quindi vengono premiate dal mercato, avendo un costo del capitale più basso. Analisi di ricercatori internazionali provano che le aziende che incorporano i criteri ESG sono sensibilizzate ad un ruolo sui temi sociali e ambientali nelle comunità nelle quali impatta la loro azione, non più relegato alla nostalgia di imprenditori illuminati del passato, e sono più orientate al futuro, hanno maggiore resilienza alle crisi, e mostrano maggiori performance.
Non può quindi dirsi che i valori dell’etica non hanno spazio nell’ economia: giacché la prosperità è direttamente proporzionale al rispetto dell’etica, come è dimostrato dalla circostanza che gli Stati con più alto tasso di legalità e con minor livello di corruzione sono quelli economicamente più forti, e viceversa: meno etica, meno risultati economici. Il teologo laico Vito Mancuso ha rilevato che “la giustizia nella conduzione degli affari, che si traduca in rispetto della parola data, puntualità del prodotto, attenzione alla retribuzione dei lavoratori, è una componente essenziale del successo economico”.
Ma non è solo per questo che l’integrità conviene.
Le neuroscienze hanno verificato che in generale essere onesti fa bene al corpo e alla mente, ci aiuta a vivere con più serenità e tranquillità, riduce lo stress e crea un senso di benessere, aiuta a sviluppare forza di carattere e autostima, a guadagnare la fiducia delle altre persone. È ben vero che Giovenale ha detto che “l’onestà è lodata da tutti, ma muore di freddo”. Ma è anche vero che l’onesto generalmente piace, viene cercato, riceve fiducia e responsabilità, nella vita sociale e privata. Egli vive rettamente i rapporti famigliari e amicali, porta le persone a fidarsi di lui, e ad instaurare relazioni sane con gli altri. Sul lavoro consente di realizzare un ambiente migliore, più sereno e costruttivo, ci aiuta pure ad esser più costruttivi. I disonesti possono avere dei vantaggi nel breve periodo, ma a lungo andare è la onestà che viene riconosciuta e che ci fa vivere meglio.
Gli onesti sono quindi generalmente più sani dei disonesti, i quali subiscono tensione, nervosismo, danni fisici, aumento della pressione sanguigna, e quindi stress che li porta a dubitare della loro autostima.
La rettitudine è perciò un valore che ci conviene praticare, perché, come ha detto il filosofo Richard Cumberland, “la virtù in generale paga più del vizio, e cercare il bene comune porta a ricompense di vario ordine”.
Concludendo, l’etica rotariana e le quattro domande di Taylor riassumano il pensiero che il Rotary ha elaborato circa la possibilità di conciliare affari e moralità, additando la convenienza, anche economica, dei comportamenti non orientati esclusivamente al profitto e all’egoismo, ma intesi anche alla solidarietà e all’altruismo. Siffatta consapevolezza contribuirà a sensibilizzare noi rotariani alle finalità del Rotary, facendoci acquisire quel senso di appartenenza che ci porti ad investire nella nostra associazione la nostra professionalità con progettualità utili alla comunità in cui viviamo.
Sabato 30 settembre 2023, si è tenuta la visita guidata a Conversano. Questi eventi hanno un duplice scopo: avere esperienze nuove ed interessanti e stimolare la conoscenza tra i soci. Con questa gita gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti.
Per Conversano il pullman utilizzato è stato quello mini, ma essere stati un gruppo ristretto ha contribuito all’ottima riuscita della gita (qualche socio ci ha raggiunto in auto in loco): nel Castello, tra le splendide e monumentali tele di Paolo Finoglio sulla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso e la mostra su Ligabue la nostra guida (una dottoressa in Storia dell’Arte ed Archeologia simpatica e preparata) non ha dovuto sfoderare tutta la sua pazienza, perché il gruppo è stato disciplinato, come pure l’altra guida (un biologo naturalista) che ha fatto a gara con noi per i nomi scientifici delle varie essenze del bosco della riserva naturale della Torre di Castiglione e dei laghi di Conversano: la Scilla (Drimia maritima), il Lentisco (Pistacia lentiscus), la Quercia Roverella (Quercus pubescens), il Melograno (Punica granatum), il Galium, che con i suoi uncini si attacca ad ogni cosa per essere trasportato e che serviva per cagliare il latte, e tante tante altre.
Giovedì 28 settembre 2023 si è tenuta la relazione “Da nonno a nipote, la trasmissione intergenerazionale dei modelli di relazione” a cura della Prof.ssa Rosalinda Cassibba, Professoressa Ordinaria di Psicologia dello Sviluppo dell’Università di Bari e Direttrice della Scuola di Specializzazione in Psicologia del ciclo di vita.
Le relazioni interpersonali sono importanti per costruire l’identità individuale ed i bambini vivono tali esperienze molto intensamente: percepirle serenamente contribuisce al loro benessere emotivo, favorendo la capacità di rapportarsi agli altri per affrontare il mondo in modo positivo.
Oltre che dai noi genitori, tale supporto viene spesso offerto dai nonni, che con l’età acquistano più sicurezza interna, più stabilità emotiva e se riescono a trasmetterle ai nipoti questi sono ancor più incoraggiati all’esplorazione del mondo esterno, a patto però che i ruoli delle due figure di riferimento per il bambino – genitore/nonno – siano chiari e definiti. Il rapporto affettivo del nonno non deve ostacolare quello del bambino verso il genitore, che sarà sempre il riferimento più importante. A questi punti affrontati dalla relatrice, è seguito un dibattito con vari interventi dalla platea.
All’inizio della serata c’è stata la presentazione di due nuovi soci.