Incontro con la Dott.ssa Anna Maria Moretti relatrice su “La medicina di genere oggi” e con il Dott. Nicola Laforgia relatore su “Differenze di genere in età pediatrica”
Giovedì 19 gennaio 2023, serata che ha coinvolto l’interesse di tutti i soci e dei numerosi ospiti presenti su un tema riguardo al quale l’Italia è leader in Europa perché ha anticipato l’inserimento del concetto di “genere nella medicina” con un decreto legge, un concetto che, rispettando le differenze e perseguendo la “personalizzazione delle terapie”, può garantire ad ogni persona la miglior cura.
Tale personalizzazione ha come ovvia conseguenza l’interdisciplinarietà dei trattamenti medici.
Avevamo già avuto modo di discutere di questo presso il Rotary Club Bari Ovest nella serata di novembre 2022 “Genetica medica: la scienza al servizio della persona con malattia rara” sulle nuove tendenze della scienza medica, che prima prediligeva il trattamento verticale tra il medico ed il paziente, adesso invece la condivisione medico/paziente ed anche il coinvolgimento di vari percorsi clinici, vale a dire prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ricerca, comunicazione.
Tutto questo ora è diventato essenziale, come prendere in considerazione la valutazione dei differenti stili di vita, del ruolo sociale e non solo della fascia d’età e del sesso del paziente, introducendo anche differenze di etnia, di religione e culturali.
Ad esempio le mutazioni sociali hanno determinato a carico delle donne patologie che prima erano prevalentemente maschili e per le quali non esisteva una terapia “al femminile”: una su tante, l’infarto, per cui la donna riceveva terapie inappropriate.
La dottoressa americana Marianne Legato è stata nei primi anni 2000 una pietra miliare per la Medicina di Genere ponendola alla ribalta a livello internazionale.
L’importanza della considerazione delle diversità dell’individuo, principalmente il suo sesso, è di vitale importanza fin dai primi momenti di vita.
Il sesso del feto può modificare morbilità e mortalità del feto stesso e della mamma: nei reparti di neonatologia i prematuri oggi hanno delle possibilità di sopravvivenza anche a 23 settimane, le femmine più dei maschi e conoscere i motivi per cui le differenze di genere causano questo darebbe efficacia maggiore alle cure.
Si torna quindi a porre l’attenzione sulla diversità dell’individuo espressa dai suoi geni. I cromosomi sessuali XX e XY non sempre esprimono nel fenotipo i caratteri tipici dei due sessi ed al medico è dato di determinare il sesso del nascituro, che in alcuni casi può non essere di facile attribuzione, coinvolgendo, oltre al neonatologo, anche il genetista e l’endocrinologo.
In seguito il piccolo paziente con tali caratteristiche dovrebbe essere seguito durante tutte le fasi della crescita.
In conclusione i relatori hanno convenuto che sia auspicabile che anche nelle università si attivino corsi specifici e che le nuove generazioni di medici siano consapevoli di tali aspetti.
La comprensione e l’accettazione della diversità dell’individuo con tutte le sue sfaccettature, anche sessuali, dovrebbe essere il cardine per ogni medico.
E personalmente, aggiungo, dovrebbe essere per tutti, non solo per i medici.
Alessandra D’Ambrosio
Presidente Commissione Bollettino